Dopo l’apocalittica nottata

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I danni a Viserba [Minghini]

Pubblicato la prima volta il 25 Ottobre 2018 @ 09:47

I danni a Viserba [Minghini]
I danni a Viserba [Minghini]

È stata la notte più drammatica vissuta dalla Riviera Adriatica: il più tremendo nubifragio che si sia battuto negli ultimi anni sulla splendida spiaggia romagnola. Ieri mattina, dopo l’apocalittica nottata, il sole era tornato a a risplendere come nelle più brillanti giornate: lo spettacolo che la costa offriva, era contrariamente al solito, di un’agghiacciante desolazione. Da Cesenatico a Cattolica era una ininterrotta teoria di distruzioni. Si calcola che il danno arrecato dal furioso fortunale di lunedì notte alla riviera romagnola, si aggiri sui 2 miliardi di lire.
Ovunque la medesima scena di desolanti distruzioni: ma ovunque il medesimo, straordinario spirito di rinascita che anima gli operatori turistici della Riviera. Già dall’alba centinaia centinaia di dipendenti degli enti pubblici e aziende di soggiorno, migliaia di operatori economici, lavoratori del mare, erano impegnati in una gara serratissima contro destino avverso contro il tempo.
Una sfida alla contrarietà della natura potrebbe definirsi la colossale opera di ricostruzione degli impianti balneari distrutti: già in serata la spiaggia presentava un aspetto più consolante. Domani forse, nessuno riuscirà ad identificare le tracce delle eccezionali distruzioni.

Le zone maggiormente colpite dall’incredibile fortunale risultano la riviera ponente di Rimini e Riccione. Da San Giuliano Mare, a Torre Pedrera, a Bellaria quasi tutti gli impianti mobili della spiaggia appaiono abbattuti: a Viserba la furia del mare ingrossato da un vento furioso, ha sgretolato la strada litoranea rendendo impossibile la circolazione è stata deviata sulle vie interne. A Viserbella un pesante zatterone in ferro, impiegato per la costruzione le scogliere frangiflutti, è stato strappato dall’ancoraggio e scagliato con violenza sull’arenile; il pesantissimo natante ha investito una fila di cabine, parte in legno e parte in cemento, abbattendone una decina e fermando quindi la sua pazza corsa contro il muro di cinta di una villetta i cui abitanti, impauriti per il sopraggiungere del grosso bolide, erano usciti precipitosamente.

Scene drammatiche si sono verificate a San Giuliano Mare, la zona più colpita del riminese. Soprattutto il camping, affollato da numerosi turisti, ha vissuto ore di particolare terrore. L’immane ondata scagliata dal mare divenuto d’improvviso paurosamente gonfio ha sommerso in un attimo l’intera zona che si trova nettamente sotto il livello del mare. Del camping, trasformato in un lago, spuntavano solo i tetti delle roulottes e delle vetture più grosse: il resto era rimasto tutto sommerso. I campeggiatori, con l’acqua oltre la cintola, si sono riversati atterriti nella centrale palazzina in attesa dei soccorsi.

È stato proprio nel camping di San Giuliano che le forze dell’ordine hanno fornito le più belle prove della dura nottata. Appena ricevuto l’allarme, il comandante la Compagnia Carabinieri di Rimini, Cap. Ennio Cicloni, partiva immediatamente con i suoi uomini e con forte contingente di un’intera compagnia della regione carabinieri di Bologna inviata Rimini al comando del capitano Mario Schiraldi. I militi si avventuravano con i loro mezzi nel camping, ma l’acqua troppo alta li bloccava sicché era necessario chiedere l’aiuto degli speciali mezzi del 18º reggimento artiglieria il cui comandante colonnello Renato Della Bella, inviava subito sul posto mezzi e uomini. L’opera di salvataggio è stata la più generosa: oltre una settantina di villeggianti, in prevalenza stranieri, venivano subito avviati verso la caserma carabinieri alla destra del Porto, messa in mobilitazione per ospitare e prestare primi soccorsi ai campeggiatori.
Dopo qualche ora i sinistrati dovevano essere avviati, grazie all’interessamento del vicepresidente dell’associazione albergatori, Rag. Giorgio Benzi, alle pensioni Maria Grazia, Fiorana, Ofelia, Maria Diana e Albergo Commercio.

Mentre proseguivano a pieno ritrmo le operazioni di soccorso, i carabinieri stendevano un ininterrotto cordone di vigilanza lungo l’arenile allo scopo di allontanare gli immancabili « sciacalli » pronti ad approfittare di ogni sciagura. In questa opera di pattugliamento sono state impiegate pattuglie normali del gruppo radiomobile con cinque « giulie »  e nove camionette. Particolarmente intensa risultava intanto anche l’attività del commissariato il cui dirigente Dott. Antonio Giorgianni fin dall’inizio del messaggio provvedeva mantenere i collegamenti E di contatti con forze operative inviando tutti gli uomini disponibili ovunque ci fossero chiamate. In particolare gli agenti di P. S. si sono distinti nell’opera di salvataggio unitamente a carabinieri artiglieri, di alcune persone rimaste bloccate sul molo durante infuriare della tempesta. Intanto il questore di Forlì Dott. Mario Bernucci, avvertito da Dott. Giorgianni, faceva affluire in forza vigili del fuoco di Forlì e Cesena e il reparto celere di P.S. di Forlì ed una compagnia del reparto mobile di Imola.

Anche il prefetto Dott. Renato Schiavo partiva senza alcun indugio in compagnia del questore alla volta di Rimini e per tutta la notte al partito alle forze di polizia dettagliate istruzioni per attuare tutti soccorsi necessari. A mezzo di militi del reparto mobile di Imola stati istituiti adeguati servizi di vigilanza nel corso dei quali è stato tratto in arresto il trentottenne Armando Raggi, sorpreso mentre trasportava oggetti appartenenti ai sinistrati della zona franca regia marina e Bellaria.
Intensissima è risultata per tutta la notte e la giornata di ieri l’attività dei vigili del fuoco impegnati senza un attimo di sosta in tutte le località della Riviera. Oltre trecento sono risultate le chiamate cui hanno dovuto far fronte in neppure 24 ore vigili del fuoco il cui comandante geometra Anselmo Bellucci ha organizzato i servizi impiegando nella ripresa tutti gli elementi disponibili.
Nella giornata di ieri di grande aiuto si sono dimostrati rinforzi fatti affluire da Cesena e Forlì e Roma che è inviato sulla riviera una colonna mobile dotata di potenti mezzi. Nella generale mobilitazione di grande efficacia si è dimostrato attività di vigilanza anni che hanno ininterrottamente operato per tutto il territorio cittadino. Brillante l’attività svolta dalla polizia stradale di Riccione che ha impiegato tutti i suoi mezzi nell’intera Riviera.

Si sperava di poter archiviare la giornata di distruzione – cui la generosità e il valore degli uomini di Romagna sta cercando di portare ritardi frenetico – senza dover aggiungere al pesante passivo, la dolorosa voce di vittime umane. Purtroppo invece la terribile tempesta ha voluto i sei morti e feriti.
Leggerete in altra parte del giornale della tragica fine a Cesenatico del 59 enne Dino Severi; del 41 enne Antonio Giorgio, fulminato da un filo ad alta tensione a Canonica di Santarcangelo. A queste vittime accertate bisognerà forse aggiungere anche il trentaquattrenne Giuliano Drudi, scomparso di casa lunedì sera: proprio nell’ora del fortunale il giovane riminese (abitava in via Spluga 25) si trovava nella zona di Marina, sembra addirittura sul molo di levante del portocanale ove probabilmente un’onda l’ha ghermito trascinandolo in mare.
Drammatica a Cattolica la fine di un giovane cameriere di San Giovanni Marignano, il sedicenne Fernando Cermaria. Il ragazzo prestava la propria attività in un bar situato sul molo di Cattolica quando è scoppiata la tempesta, il Cermaria restava bloccato con altre tre persone. Nonostante l’infuriare del fortunale alcuni generosi bagnini si lanciavano in loro soccorso e riuscivano a trarre in salvo le prime tre persone. Era quindi la volta del Cermaria che veniva afferrato per una mano e trascinato verso la salvezza. Un’improvvisa, violenta ondata strappava però il giovane dalle mani dei salvatori e lo scagliava in mare. Il corpo del giovane non è ancora stato trovato.

Molti e numerosi feriti: sulla intera Riviera centinaia di persone hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso, soprattutto per ferite da taglio, da rete e per contusioni. Di particolare gravità le condizioni della giovane Anna Maria Posini, di 15 anni, da Corpolò. La ragazza mentre scoppiava il temporale si è affacciata al balcone di casa, forse per ritirare qualche oggetto, quando una tegola cadeva dal tetto colpendole in pieno il capo.
La giovinetta è stato trasportata all’ospedale di Santarcangelo dove i sanitari l’hanno ricoverata con prognosi riservata.

Il Resto del Carlino
10 giugno 1964

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