“Andiamo da Luzzati…”

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Pubblicato la prima volta il 10 Febbraio 2018 @ 00:00

“Cosa ci hanno lasciato” di Grazia Nardi
Vocabolario domestico: “Andiamo da Luzzati…”

Espressione che mio babbo era solito dire quando s’imbatteva in qualcuno (familiare o no) poco propenso a lavarsi… probabilmente era una variazione dal termine “lozzo, luzzós”: “Luzzati” non era noto ai più sicchè il babbo poteva usarlo più liberamente… una sorta di gergo “interno” a riprova di come possano nascere e diffondersi termini dialettali o popolari. In particolare Tiglio ce l’aveva coi capelloni; uno come lui, che si radeva la barba ogni giorno, andava “de barbièr” con regolare cadenza aveva netta nelle sue concezioni la distinzione: donna anche coi capelli lunghi, uomo solo ed esclusivamente capelli corti e vedersi circondato negli anni 70 da uomini pieni di pelo, barba che nascondeva i lineamenti, capelli sulle spalle fu una tragedia, il segno inequivocabile della fine dell’umanità, delle regole certe, delle sane abitudini.

Per lui i soggetti in questione, prontamente ribattezzati “bducióş” erano, non potevano che essere anche sporchi. Che fossero artisti o si presentassero ben vestiti, con tanto di titolo scolastico ma con la zazzera per lui erano inaffidabili: “scusi, io sono il dott…” e Tiglio, con tono indispettito, una smorfia sulle labbra e le sopracciglia incurvate: “dottore di che cosa?”. Ricordo la volta in cui ci venne a cambiare la bombola del gas di cucina un ragazzotto con i capelli lunghi.. allora, montata la bombola, si faceva la prova dell’eventuale perdita di gas, accendendo un fiammifero vicino la valvola. Il babbo che, in realtà non si fidava del giovane, prese la scusa dei capelli per cacciarlo in malo modo “ t’an vurè mèga zènd e’ furminènt.. s’us taca fóg mi cavèl a murém tót brusèd”.

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