Pubblicato la prima volta il 3 Dicembre 2018 @ 08:50
Sin dal primo istante di attività, il nostro gruppo (poi diventato Associazione) ha reso pienamente disponibili alla collettività tutti i contenuti pubblicati, decidendo anche di evitare la “mortificazione” delle immagini apponendo su di esse un logo, un segno, una filigrana grafica che riconducesse alla nostra organizzazione: questo per permettere agli appassionati la piena fruizione e libera veicolazione dei documenti stessi. Abbiamo sempre chiesto, semplicemente e correttamente, che il nostro “lavoro” (svolto volontariamente e gratuitamente) venisse ‘ripagato’ con la condivisione diretta e/o la citazione testuale (come da regime Creative Commons ben illustrato sia sulla pagina Facebook sia sul nostro sito), per concederci almeno l’onore del “tempo perso” quotidiano nella ricerca, selezione e approfondimento del materiale pubblicato. Materiale, lo ricordiamo, divulgato rigidamente SENZA scopo di lucro e con fini meramente culturali.
Da tempo immemorabile e con progressiva frequenza, invece, constatiamo che numerosi utenti e diverse iniziative online – dalle quali CI DISSOCIAMO FERMAMENTE – accedono alla nostra pagina e al nostro sito per copiare e incollare (in modo tanto disinvolto quanto scorretto, per i motivi sopra esposti) foto e informazioni che vanno poi a “popolare” non solo Profili personali e alcuni Gruppi, ma anche Pagine e strumenti PALESEMENTE commerciali o con finalità promozionali dirette o indirette.
Ironicamente, all’interno della nostra redazione, abbiamo ribattezzato “Rimini Sparita” la “Pila dell’Acqua Santa”, ovvero una sorgente alla quale attingere a mani basse per arricchire con materiale potenzialmente interessante e condivisibile dalla collettività – in modo poco elegante e decisamente scaltro – i propri canali… sostanzialmente senza muovere un dito (che non sia il click sul mouse) e approfittando in modo parassitario e piuttosto sciocco del nostro (e vostro) tempo: “sciocco” poiché le “modalità” di condivisione richieste agli utenti sono addirittura più semplici (click sul tasto “condividi”) che copiare, salvare sul proprio PC, rintracciare un’altra pagina e caricare nuovamente il materiale già presente sulla Rete; “parassitario” poiché quando vediamo ri-pubblicate alcune “nostre” fotografie corredate dal commento “RUBO QUESTA IMMAGINE” o, peggio, “TROVATA SULLA RETE” (senza specificare la fonte…. come se non la si conoscesse!) abbiamo la certezza che l’utente sta appropriandosi, coscientemente e in modo indebito, di una preziosa porzione del nostro tempo, della nostra passione, della nostra buona volontà.
A buon intenditor…
Nicola