Pubblicato la prima volta il 29 Novembre 2018 @ 08:47

Sembra si stia allentando la morsa del gelo: ieri quasi tutta la Romagna (con la eccezione di Rimini, come riferiamo a parte) è stata risparmiata da nuove nevicate e il ritorno del sole ha dato respiro alle centinaia di persone che stanno cercando di riportare a condizioni accettabili tutti i servizi che messi in «tilt» da un inverno che ricorda il 1929. Le scuole continuano a rimanere chiuse in quasi tutta la Romagna e in provincia di Ravenna riprenderanno solo lunedì. I treni, sulla rete che interessa la Romagna, hanno ricominciato a tenere conto degli orari e non è più stato necessario annullare decine di corse come invece era avvenuto mercoledì.
Continua invece ad essere un problema telefonare. Anche se la Sip non segnala inconvenienti agli impianti le linee continuano ad essere sovraccariche di chiamate. Chi non esce di casa (e gli studenti sono tra questi) si attacca al telefono mandando in crisi centrali dimensionate per ben diverse esigenze di servizio.
In tutta la Romagna i vigili del fuoco hanno ricevuto ieri centinaia di chiamate. A spaventare la gente sono soprattutto i lunghi candelotti di ghiaccio che pendono dai cornicioni delle case e rischiano di cadere sui passanti.
Le emergenze vere e proprie restano comunque concentrate a Ravenna. Qui non solo sono saltati numerosissimi contatori idrici o impianti termici, ma soprattutto è rimasta generalizzata anche ieri la forte riduzione nella erogazione dell’acqua. Il congelamento della «canaletta» che rifornisce il maggior acquedotto ravennate è stato affrontato con ogni mezzo. È stato utilizzato anche un «anfibio» dei pompieri con funzioni di «rompighiaccio»: l’afflusso di acqua dal Reno agli impianti potabilizzazione avviene però in misura fortemente ridotta. Le carenze idriche che tanti disagi provocano a Ravenna hanno messo in crisi anche la normale attività dello stabilimento Anic le cui esigenze di approvigionamento sono affidate alla stessa «canaletta».
Il Resto del Carlino
11 gennaio 1985