Toponimi: Marina Centro

0
509
Viale Principe Amedeo

Pubblicato la prima volta il 17 Settembre 2018 @ 09:48

Tutti i riminesi ricordano il nome di buona parte delle vie e delle piazze della propria città, che ormai suonano confidenziali all’orecchio e alle indicazioni da fornire ai turisti… ma molti cittadini non conoscono o ricordano il personaggio, la località o l’evento legati al motivo per il quale alla propria strada o piazza è stata dedicata addirittura un’intestazione.
Da oggi cercheremo di aiutare i lettori a “saperne di più”, fornendo gli elenchi dei principali toponimi cittadini – suddivisi per quartiere – corredati da una brevissima indicazione e, soprattutto, da links attraverso i quali approfondire eventuali ulteriori curiosità.

Si parte con Marina Centro. Il quadrilatero delimitato dall’antica “Via dei Bagni” (che collegava il Centro Storico allo Stabilimento Balneare, poi divenuto Kursaal) a nord, viale Vespucci a est, viale Monfalcone (mura della ferrovia) a ovest e l’ex alveo del torrente Ausa (oggi Parco Cervi) a sud rivela la propria origine urbanistica nel periodo compreso tra le due guerre dalla sostanziale dominanza di toponimi riconducibili agli eventi legati alla Prima Guerra Mondiale:

  • [Viale] Principe Amedeo [ex via dei Bagni, unico viale che per molti anni conduceva dal centro città al mare]. Amedeo Ferdinando Maria di Savoia, era figlio del primo re d’Italia Vittorio Emanuele II. Fu re di Spagna dal 2 gennaio 1871 all’11 febbraio 1873 e primo duca d’Aosta, capostipite del ramo Savoia-Aosta.
  • [Via] Calalzo [di Cadore], teatro di scontri italoaustriaci e punto di partenza della ferrovia militare (soppressa nel 1930) Calalzo-Cortina d’Ampezzo.
  • [Via] Paolo Mantegazza, è stato un fisiologo, antropologo, patriota e scrittore italiano, nonché Direttore Sanitario dello Stabilimento Bagni a partire dal 1873.
  • [Via] Emilio Dandolo, (1830–1859) è stato un patriota italiano, noto per aver preso parte ad alcune delle più importanti battaglie del Risorgimento.
  • [Viale] Vittorio Veneto, è la città italiana che fu protagonista, nel versante italo-austriaco, della battaglia conclusiva della Prima Guerra Mondiale.
  • [Via] Andrea Doria, o, più correttamente, Andrea D’Oria (1466–1560), è stato un ammiraglio e politico italiano della Repubblica di Genova.
  • [Viale] Francesco Morosini, anche noto come il Peloponnesiaco (1619–1694), è stato il 108º doge della Repubblica di Venezia dal 3 aprile 1688 fino alla sua morte.
  • [Via] Fabio Filzi, (1884–1916) è stato un avvocato irredentista italiano.
  • [Via] Vittor [Vettor] Pisani, (1324–1380) fu un importante capitano generale della flotta veneziana e, dopo una cocente sconfitta nel 1379, riuscì a condurre le forze della sua patria alla vittoria nel 1379 – 1380. Morì durante una campagna navale contro i genovesi, a pochi mesi dalla fine della guerra di Chioggia, stroncato da una malattia.
  • [Viale] Nazario Sauro, (1880–1916) è stato un patriota e militare italiano. Esponente dell’irredentismo italiano, tenente di vascello della Regia Marina nel primo conflitto mondiale, fu giustiziato per alto tradimento dall’Austria-Ungheria.
  • [Piazzale] Carso, altopiano teatro di feroci scontri tra gli eserciti italiano e austriaco nel giugno 1917.
  • [Viale] Monfalcone, è un comune italiano della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia. Col trattato di Campoformido gran parte della Repubblica di Venezia fu ceduta all’Austria, ma i francesi rimasero a Monfalcone fino al gennaio1798, commettendo numerosi soprusi. Con la pace di Presburgo del 1805 la quasi totalità delle terre ex venete fra cui Monfalcone l’Istria e laDalmazia furono cedute al Regno d’Italia. Con il trattato di Fontainebleau del 1807 fu deciso il nuovo confine fra Regno d’Italia e Impero d’Austria sul fiume Isonzo. Monfalcone divenne di nuovo austriaca anche se i francesi si riservarono il diritto di attraversarla per raggiungere l’Istria. Ma da questo momento, per la prima volta nella storia, Monfalcone fu staccata dall’area di Aquileia-Udine-Cividale ed entrò a far parte del Circolo di Gorizia. Con il successivo trattato di Schönbrunn del 1809 Monfalcone fu unita, insieme ai territori a sinistra dell’Isonzo, alle appena costituite Province Illiriche poste sotto controllo francese. Nel 1813 l’Austria riconquistò le Province Illiriche e, con esse, Monfalcone. Successivamente (1825) il distretto di Monfalcone fu incorporato definitivamente nella Principesca Contea di Gorizia e Gradisca e ne seguì le sorti (fra cui l’integrazione al Litorale Austriaco, nel 1849) fino alla prima guerra mondiale. Il 9 giugno 1915 la città venne presa dall’esercito italiano, ma a seguito della battaglia di Caporetto tornò in mano austro-ungarica (1917). Al termine del conflitto Monfalcone fu riunita all’Italia.
  • [Viale] Sagrado, è un comune italiano della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia, teatro di sanguinose battaglie (Battaglia dell’Isonzo, 1915-1917) nella Prima Guerra Mondiale, confinante con il Monte San Michele (oggi Zona Sacra).
  • [Viale] Montello, (el Montel in lingua veneta) è un modesto rilievo montuoso (altitudine massima 371 m) nella provincia di Treviso. Dopo la rotta di Caporetto, il Montello fu colpito dai duri combattimenti della prima guerra mondiale, in quanto si trovava al centro del fronte del Piave. Fu il principale obiettivo dell’offensiva austriaca del 15 giugno 1918; l’VIII armata italiana riuscì, però, a contenere lo sfondamento e poi a respingere il nemico oltre il Piave. Testimonianza di ciò sono i vari monumenti militari, i toponimi e soprattutto il Sacrario del Montello, nelle cui vicinanze precipitò l’aereo di Francesco Baracca.
  • [Via] Damiano Chiesa, (1894–1916) è stato un militare italiano.
  • [Via] Francesco Rismondo, (1885–1915) è stato un patriota italiano.
  • [Viale] Tolmino, già Tulmino, è un comune della Slovenia situato nell’alto bacino del fiume Isonzo. Durante la Prima Guerra Mondiale, Tolmino fu il punto di partenza principale dell’offensiva delle truppe austro-tedesche che condusse allo sfondamento del fronte italiano sull’Isonzo ed alla disfatta di Caporetto.
  • [Viale] Ermada. Il monte Ermada (esiste anche la grafia Hermada, altri nomi Monte Cerreto o Monte Querceto) è una modesta collina posta a cesura della provincia di Trieste nella sua parte nord-occidentale, all’interno del comune di Duino-Aurisina. Durante le Battaglie dell’Isonzo della prima guerra mondiale fu baluardo inespugnabile dell’esercito austro-ungarico a difesa di Trieste. I resti delle trincee e dei camminamenti militari sono ancora oggi visibili lungo i suoi fianchi.
  • [Viale] Cormons [pr. Cormòns], è un comune italiano della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia. Il 12 agosto 1866 vi fu firmato l’armistizio tra Italia ed Austria che pose termine alla terza guerra di indipendenza. Nel 1910 Francesco Giuseppe I d’Austria viene convinto dai suoi consiglieri a concedere a Cormòns e ad altre cittadine delle terre friulane e giuliane il titolo di città per cercare di stemperare il clima irredentistico di rivolta che andava sempre più acuendosi in quei territori. Nel corso della Prima guerra mondiale passò subito in mano agli italiani (25 maggio 1915), poi venne riconquistata dagli austriaci (28 ottobre 1917, XII battaglia dell’Isonzo) per tornare definitivamente all’Italia al termine della Prima guerra mondiale; in ogni modo fu pesantemente danneggiata durante la guerra.
  • [Viale] Trento, è un comune italiano capoluogo dell’omonima provincia e della regione Trentino-Alto Adige.  A partire dal 1870 si svilupparono a Trento movimenti e circoli politici irredentisti che cercavano di difendere l’italianità della città dai tentativi degermanizzazione portati dai settori più nazionalisti del Tirolo tedesco, come il movimento del Tiroler Volksbund (costituitosi a Vipiteno nel 1905). A questi si aggiunsero anche movimenti di difesa dell’italianità trentina, ma senza la volontà di staccare il Trentino dall’Impero austro-ungarico. Come esempio del clima improntato agli antagonismi nazionalisti di fine Ottocento, nel 1896 venne inaugurato a Trento un monumento al massimo poeta della lingua italiana, Dante Alighieri. A Bolzano venne eretto invece il Monumento a Walther von der Vogelweide, poeta medievale di lingua tedesca. Anche se negli ambienti irredentisti più radicali si auspicava il distacco del Trentino dal Tirolo e dall’Impero e la sua annessione al Regno d’Italia, la maggioranza della popolazione, soprattutto contadina, era fedele all’Impero asburgico, pur auspicando una maggiore autonomia territoriale rispetto al governo provinciale tirolese di Innsbruck. Come riportato nel resoconto dei colloqui da lui avuti a Roma nel 1915 con Sonnino, Ministro degli Esteri del regno d’Italia, Alcide De Gasperi, rappresentante dei cattolici trentini al parlamento imperiale di Vienna, convenne che la maggioranza dei Trentini non era favorevole ad un’annessione all’Italia. Durante la prima guerra mondiale Trento fu dichiarata città fortezza (Fortezza di Trento) e divenne il caposaldo del fronte meridionale austro-ungarico. Migliaia di soldati trentini (10.001 in tutta la provincia, di cui 1000 provenienti dalla città di Trento) caddero in battaglia nei reggimenti dei Tiroler Kaiserjäger (cacciatori imperiali tirolesi) e Kaiserschuetzen (Sìzzeri o Schützen), truppe alpine di difesa territoriale. La città era coronata da una rete formidabile di forti difensivi che ancor oggi sono visibili ed in parte visitabili. Alla fine dell’anno 1915 la Fortezza di Trento divenne la sede del quartier generale austro-ungarico per il fronte meridionale. Nelle montagne circostanti si celava il più grande e più potente caposaldo del fronte, con la maggior parte del sistema difensivo scavato nella roccia. L’ideatore della Fortezza di Trento era il maggior generale Steinhardt. Il primo conflitto mondiale rappresentò per Trento, come per il resto della zona di confine, una tragedia di proporzioni immani, caratterizzata anche dall’evacuazione della maggior parte della popolazione civile. Per via dell’evacuazione, rimane un dubbio circa la spontaneità mostrata nelle fotografie della “popolazione in festa” che accolse l’arrivo delle truppe italiane il 4 novembre 1918. Trento, congiuntamente al resto della contea principesca tirolese a sud dello spartiacque alpino passò all’Italia nel 1919, alla fine della prima guerra mondiale, annessione sancita dal Trattato di Saint Germain.
  • [Via] Latisana, è un comune italiano di 13682 abitanti della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia. “Il ponte di Latisana fu, negli ultimi tempi prima della guerra mondiale, protetto con opere di fortificazione facenti sistema con quelle al ponte di Codroipo e con altre opere costruite sul margine sud dell’anfiteatro morenico del Tagliamento. Nell’uno e nell’altro dei due passaggi sul fiume si erano costruite, a cominciare dal 1910, alcune batterie (5 a Latisana, 5 a Codroipo) armate con cannoni di medio calibro, e alcune con installazioni in cupole corazzate. Con la costruzione di questo complesso fortificato (ultimato nell’estate del 1914), lo Stato Maggiore italiano intendeva facilitare la manovra dell’esercito campale assicurando le porte di comunicazione cui facevano capo le arterie vitali del paese, allorché la radunata del grosso delle forze – in caso di guerra contro l’Austria – si prevedeva a occidente del Tagliamento. Nei primi mesi successivi all’entrata in guerra dell’Italia (maggio 1915), essendo mutate le basi del problema strategico, il comando supremo volle utilizzare altrove le artiglierie di quelle opere che si trovarono così disarmate al momento del ripiegamento dall’Isonzo al Piave (1917)”.
  • [Viale] Pola, è una città della Croazia, la maggiore dell’Istria. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale Pola fu dichiarata “Zona di guerra” e una parte dei suoi abitanti di etnia italiana venne internata nei Barackenlager della Stiria. Vi furono molte incursioni italiane, sia aeree, sia di mezzi d’assalto della Regia Marina in una delle quali venne fatto prigioniero e poi giustiziato sul patibolo della città il 10 agosto 1916 il patriotacapodistriano Nazario Sauro. La città era sede dell’arsenale della Regia-Imperiale Marina Austro-Ungarica costruito nei primi anni della seconda metà del XIX secolo. L’ultima incursione italiana, avvenuta il 1º novembre del 1918 ribattezzata Impresa di Pola, portò all’affondamento della corazzata Viribus Unitis pochi giorni prima della firma dell’armistizio, con gli incursori ignari che poche ore prima l’Austria aveva ceduto la propria flotta agli slavi i quali, una volta costituito un proprio Comitato dipendente da Zagabria, denominato Stato dei Serbi, Croati e Sloveni, tentarono in tutti i modi di opporsi alla volontà della maggioranza della popolazione che voleva l’annessione all’Italia. L’annessione avvenne il 5 novembre 1918, ad opera delle milizie italiane, sbarcate nella vicina Fasana.
  • [Via] Cittadella, è un comune italiano della provincia di Padova nel Veneto. Allo scoppio della prima guerra mondiale, fu istituito un “Comitato di preparazione civile”, addetto all’assistenza dei feriti presso la stazione ferroviaria e gli ospedali militari. Dopo la tragica battaglia di Caporetto (1917), Cittadella si trovò molto vicina al fronte, posto sul Grappa e sull’altipiano di Asiago. Per difendere la città, spesso minacciata da bombardamenti aerei, si riutilizzò l’antico sistema difensivo, collocando sul torrione di Porta Bassano una postazione antiaerea e affidando a sentinelle la sorveglianza dei quattro accessi. Nel 1918 erano dislocate nell’area in esame unità militari italiane e alleate, che ebbero il controllo della zona fino alla fine delle ostilità, segnata dall’armistizio di Villa Giusti (4 novembre 1918).
  • [Viale] Montebelluna, è un comune italiano della provincia di Treviso, in Veneto. Durante la Prima Guerra Mondiale venne quasi completamente distrutto a causa della vicinanza con il fronte del Piave.

Fonti:

– http://it.wikipedia.org

– http://www.treccani.it

– http://www.turismofvg.it

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.