Pubblicato la prima volta il 14 Ottobre 2018 @ 09:47

Una buona minestra dal sapore antico, riscoperta grazie all’intreccio di tradizioni e saperi che si crea in ogni famiglia.
Il riferimento è ai “monfettini in zuppa di seppia”, piatto gustato e apprezzato per la prima volta, qualche anno fa, in uno dei caratteristici ristoranti che guardano in faccia il porto di Cesenatico.
Innanzitutto va chiarito che i monfettini non sono altro che i monfrigoli (detti anche manfrìgul, battutini, grattoni), cioè quel tipo di pasta amata dalla arzdore di una volta perché velocissima da preparare: farina e uova (a cui si può aggiungere la buccia grattugiata di un limone e, volendo, l’odore di noce moscata) e nessuna sfoglia da tirare, perché basta tritare l’impasto con un coltello. Per fare seccare meglio i monfettini, si consiglia di batterli una prima volta, lasciarli asciugare stesi sul tagliere e ribatterli più fini una seconda volta, sempre aiutandosi con un po’ di farina. Per ogni commensale ne serviranno 50-60 grammi.
Ingredienti per la zuppa (per 4-5 persone).
8 hg circa di seppia tagliata a cubetti molto piccoli, mezza cipolla, 1 spicchio di aglio, prezzemolo tritato, un bicchiere di vino bianco, mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva, 1 cucchiaio di passata di pomodoro, sale, peperoncino, brodo (o fumetto) di pesce.
Preparazione.
In un tegame a bordi alti si versa l’olio e si fanno colorare appena la cipolla e l’aglio tritati molto finemente. Si aggiunge la seppia e la si fa cuocere, mescolando con un cucchiaio di legno, per 2-3 minuti. Si aggiunge sale, peperoncino, prezzemolo. Si versa il vino e lo si fa evaporare. Si aggiunge la passata di pomodoro, giusto per colorare un po’. A questo punto si versa nel tegame il brodo che avremo preparato a parte (possibilmente con lische, teste di pesce e odori, ma va bene anche col dado, in questo caso si deve fare attenzione a non aggiungere troppo sale). Si fa sobbollire piano per un’oretta circa.
Si versano i monfettini e li si lascia cuocere per qualche minuto.
Ecco, il miracolo a questo punto è fatto: la casa è invasa dal profumo e i familiari, così richiamati, sono già lì, pronti col cucchiaio in mano.
Maria Cristina Muccioli
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