Pubblicato la prima volta il 26 Dicembre 2016 @ 10:00
Gian Luigi Rinaldi, classe 1934, meglio conosciuto a Rimini come “il Professore” per la lunga militanza quale appassionato insegnante di educazione fisica alle scuole medie “Panzini”, non è stato solo uno straordinario e implacabile reclutatore dei giovani cestisti cittadini più promettenti per quasi cinquant’anni (Luciano Vendemini e Carlton Myers, per fare solo i due esempi più noti appartenenti a diverse generazioni, sono stati prima individuati e poi coinvolti nel Basket Rimini grazie al suo intuito), ma anche un irrefrenabile animatore delle più diverse iniziative dedicate ai più giovani e finalizzate allo sport, alla socializzazione e alla crescita culturale ed emotiva degli studenti. Già responsabile riminese del CONI, per il quale ha organizzato e coordinato innumerevoli edizioni dei Giochi della Gioventù e altre manifestazioni agonistiche, Rinaldi si è fatto anche promotore, nei primi anni Sessanta, del primo corso di Educazione Stradale per i più giovani (un’iniziativa avveniristica per i tempi, durata sino al 1970) ma, soprattutto, ha contribuito in maniera determinante all’organizzazione di un immancabile evento ludico-culturale annuale ben presente nella memoria degli attuali quarantenni: il “Giocaquartiere”.
Nel 1981 Rinaldi, membro del Consiglio del Quartiere 1 (Centro Storico / Marina Centro), nota con soddisfazione che l’Amministrazione comunale dispone di fondi destinati all’organizzazione di attività giovanili rionali: per un soggetto così impegnato nel coinvolgimento degli studenti, è la scintilla che scatena l’incendio. Viene così concepito un evento, basato sostanzialmente sul meccanismo della “caccia al tesoro”, per coinvolgere gli studenti medi del Centro Storico e stimolarli nell’approfondimento della storia della Città, della toponomastica, della localizzazione di monumenti e siti d’interesse: l’idea è obiettivamente straordinaria e, come è nello stile del “Prof”, in anticipo sui tempi.
Il gioco si svolge a squadre da 6-8 studenti, così che una classe possa schierare sino a tre formazioni; l’appuntamento viene “istituzionalizzato” nella mattinata di una domenica in prossimità delle vacanze natalizie (la forbice si assesterà, nel corso degli anni, dall’ultima decade di novembre a metà dicembre), con appello alle ore 8:30 in piazza Cavour dove le maestranze – capitanate dal Professor Rinaldi, spesso affiancato dal Sindaco – procedono alla convocazione pubblica delle squadre iscritte e alla consegna delle buste ai singoli “capitani”, ricevendo la promessa di non leggere i quesiti prima della partenza ufficiale. Altri tempi d’antica e romantica correttezza.
Sin dalla prima edizione gli studenti iscritti, provenienti dalle scuole medie centrali, sono circa 250: nel corso degli anni cresceranno sino a 450, grazie al progressivo coinvolgimento di tutti i quartieri riminesi o, addirittura, degli istituti di Santarcangelo di Romagna.
I “telefonini”, Internet e Wikipedia, ovviamente, in quegli anni sono idee da fantascienza…. negli anni Ottanta (poi Novanta) i ragazzi, per regolamento, nel caso si dovessero trovare in difficoltà con i quesiti, possono chiedere delucidazioni a qualche genitore presente o, trovando un provvidenziale gettone, attraverso un telefono pubblico agli adulti rimasti a casa; viene tollerato, anzi, correttamente e intelligentemente stimolato, anche il coinvolgimento di qualche “maturo” passante per promuovere indirettamente la socializzazione e la collaborazione tra diverse generazioni.
Spesso si svolgono entusiasmanti scenette di studenti che implorano informazioni su un affresco, su un monumento o su un personaggio storico mentre corrono nel dedalo del Centro Storico riminese deserto e sonnolento nella mattinata festiva e invernale.
Ovviamente non mancano alcune prove sportive complementari: l’occasione è buona per “piazzare” in un angolo anche l’immancabile canestro semovente; il “Professore” può così verificare se, nella moltitudine dei ragazzini, gli è precedentemente sfuggito qualche giovane cestista promettente da coinvolgere poi nel Basket Rimini.
I vincitori, ovvero le squadre che riescono per prime a consegnare i quesiti risolti, ricevono magliette, adesivi, buoni per acquisti sportivi, succhi di frutta; ma è una festa collettiva nella quale la competitività viene accantonata a favore dell’entusiasmo, dell’amicizia e della “riappropriazione” della Città – e della sua storia – da parte dei ragazzi.
Il “Giocaquartiere” va in pensione nel 2005, seguendo il suo ideatore (e animatore) Gian Luigi Rinaldi, dopo 24 anni e 22 edizioni: i tempi sono ormai cambiati, la tecnologia è ormai troppo invasiva, ci segue ovunque assieme alle informazioni. I ragazzi non devono più “chiedere” a qualche anziano saggio, basta “digitare” la propria richiesta sulla tastiera: i posteri ci diranno quanto abbiamo guadagnato in conoscenza… e perso in suggestione.
ci ho giocato negli anni 90 con la mia classe ai tempi delle scuole medie! ho ancora le medaglie di partecipazione