Gli abitué

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Pubblicato la prima volta il 7 Gennaio 2020 @ 10:25

– Com’era Gianni Fabbri? – 

«Un mago»

– Ti piaceva lavorare al Paradiso? –

«Sono stati cinque anni fantastici, parliamo della seconda metà degli anni ’80».

Lia Fiorio era il sorriso che ti accoglieva al bar situato al lato opposto dell’ingresso.

Aveva già fatto la barista al New Jimmy, ma considerando che non era dotata unicamente di un bel sorriso, si esibiva anche come cubista. L’abbiamo vista per anni nelle televisioni regionali promuovere un famoso Mercatone, mentre dal ’92 è una delle voci storiche di Radio San Marino. Anche in radio non si distingue unicamente per la bella voce, non a caso infatti detiene il record di commenti in italiano dello Eurovision Song Contest.

Con Lia cerchiamo di ricordare chi erano i frequentatori più assidui del Paradiso,  mi cita subito Emi, Emiliano Arcangeli e Cicci, Alfonso Baldazzi. L’argomento potrebbe sembrare semplice da sviscerare, ma non è così. Probabilmente sarebbe più breve elencare chi non l’ha mai bazzicato, mentre quelli che ci sono passati hanno quasi tutti finito per diventare clienti abituali. Insomma chiunque abbia più di quarant’anni, tende a considerarsi un ex abituè del Paradiso, oltre che amico di Gianni Fabbri. 

Lei ricorda tanti Bolognesi e moltissimi Sammarinesi, prima di iniziare a mettere in fila alcuni nomi che hanno lasciato le impronte sul pavimento del locale. Citiamo ancora Emi e Cicci, poi, naturalmente, i primi che ci saltano in mente sono i vari collaboratori di Geronimo, quindi Ennio e Gianni finiscono subito nell’elenco. 

Le immagini cominciano a formarsi e riportano il ricordo di serate estive in cui, attorno al bar, oltre che in pista, Vip, turisti e Riminesi si mescolavano, uniti dall’atmosfera accogliente che si respirava al Paradiso. C’erano personaggi illustri che quando capitavano in riviera diventavano abituè del locale. Uno di questi era Celentano all’epoca stava registrando in una struttura dalle parti di Coriano. Se ne stava in disparte, ma una sera accettò di ballare con una bella signora che compiva gli anni e aveva scommesso con gli amici di riuscire a portare il Molleggiato in pista. 

Lia ricorda Onorevoli e artisti. De Michelis, Alvaro Vitali, Jimmy il Fenomeno, Andrea Mingardi, Califano, Arbore e Pamela Prati. Un campionario eterogeneo che al Paradiso rappresentava la normalità. 

Mi racconta di una sera in cui qualcuno le ordinava un cocktail, ma lei non riusciva a vederlo.

«Ricorderai che il bar poggiava su una piattaforma, per cui io ero più in alto rispetto ai clienti. Dopo aver sentito ripetere più volte quell’ordinazione, mi venne in mente di sporgermi e guardare in basso, fu così che vidi i capelli di Riccardo Cocciante spuntare appena dal bancone».

Le racconto quello che successe con Eleonora Vallone. La guardavamo tutti con evidente interesse, quando all’improvviso Luciano Quadrelli si staccò dal nostro gruppo e ci disse: ”guardate come si fa”. Le si avvicinò per invitarla a ballare e lei, facendoci schiumare di invidia accettò. Fu però un ballo brevissimo, perché dopo appena un minuto, Luciano la lasciò in mezzo alla pista per tornare da noi. Nessuno capiva cosa fosse successo, fino a quando ci accorgemmo che il mitico “Brodino” guardava con insistenza l’ingresso del locale. C’era sua moglie a fianco di un fotografo. 

“Se riesce a scattarmi una foto con un’attrice, mi lascia sul lastrico”. 

La Vallone finse di non accorgersi di nulla e continuò a ballare da sola.

Lia si lascia trasportare dalle suggestioni. «Gianni Fabbri chiedeva ai suoi collaboratori di coccolare i clienti, di trattarli come vecchi amici, per questo motivo non chiedevamo mai il pagamento della consumazione al momento in cui la servivamo e dovevamo essere veloci per accontentare tutti con la medesima cortesia. A volte mi rimproverava, a suo modo naturalmente, batteva la mano sul bancone e fingeva qualche colpetto di tosse, significava che non stavo sorridendo abbastanza».

Questo suo atteggiamento ha fatto sì che diverse generazioni coesistessero in armonia nel locale. Un esempio significativo lo troviamo ricordando quanti fratelli frequentassero assieme il Paradiso: c’erano Yoghi e Solerte Carichini, Ciccio e Filippo Saponaro, Piero e Gianni Ippoliti, Ennio e Gianni Zangheri, Cicci e Stefano Baldazzi, i tre Albani, Arrigo, Andrea e Alvaro, oltre a tanti altri che non ricordo. Poi le compagnie intere. Quelli del Bar Dovesi, gli Anelli con le loro Harley Davidson, gli sportivi del Tazza D’Oro, da Squadrani a Tessera, poi Emiliano Arcangeli e Alfonso Baldazzi, Marione Giglietti e gli amici del bar Ferrari. C’era il gruppo del Bakamak, tutti ospiti di Luciano Chiesa, Lucio Zanussi e altri play boys accompagnati da donne che non passavano inosservate.  Alla fine quelli che compaiono più volte nella nostra memoria sono Cicci ed Emi a cui assegnamo il titolo ufficiale di complementi d’arredo del Paradiso. Due che se non li vedevi eri portato a credere che avessero l’influenza.

Infine c’erano i “tacchinatori” della barista. Quelli che piantavano i gomiti sul bancone e se ne stavano lì fino alla chiusura, sperando di accompagnarla a casa.

Chiedo a Lia se si riferisce a me. 

Mi grazia: “tu eri simpatico” dice mentre mi regala l’ultimo sorriso.

Stefano Baldazzi

1 commento

  1. Un post belissimo. L’ho trovato via Google cercando il nome di Emiliano Arcangeli che lo avevo incontrato varie volte al bar.

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