Pubblicato la prima volta il 12 Giugno 2021 @ 18:05
Innanzi tutto è doveroso fare una precisazione, all’epoca non si chiamava “Pattuglia Acrobatica”, ma “Squadriglia Folle”, per via delle spericolate manovre che eseguivano i nove piloti che componevano la formazione. Questa denominazione gli era stata attribuita dalla stampa che faceva la cronaca delle affollatissime manifestazioni aeree avvenute negli anni trenta.
Melandri Giuseppe era nato ad Ancona il 1/4/1902, figlio di Luigi (1866) dipendente delle Ferrovie, e di Linda Ghetti (1869). Linda era la figlia del Cav. Nicola Ghetti, molto conosciuto all’epoca a Rimini, per essere proprietario dell’omonimo Palazzo Ghetti nel Borgo San Giovanni, nel quale conduceva una fabbrica di fiammiferi.
Giuseppe per un breve periodo ha avuto la residenza a Rimini, nella casa paterna a Marina Centro, dove si era trasferita la famiglia quando suo padre è andato in pensione.
Melandri apparteneva al 1° Stormo Caccia comandato dal Ten. Colonnello Rino Corso Fougier.
Lo Stormo era basato nell’aeroporto di Campoformido, considerato la culla dell’acrobazia aerea in Italia. I piloti di quel reparto venivano selezionati sin dal periodo della scuola di pilotaggio, per raggruppare il meglio a disposizione tra le fila dell’Aeronautica. Nel 1° Stormo bisognava conoscere alla perfezione i propri limiti e quelli delle macchine su cui si volava.
Fougier era riuscito a “mettere su” una squadra formidabile di “professionisti del volo” che ci invidiavano in tutto il mondo. La conferma dell’alto livello professionale raggiunto si ha in occasione del meeting di pattuglie acrobatiche tenutosi a Zurigo nel 1932, al quale parteciparono: Norvegia, Danimarca, Francia, Germania, Yugoslavia, Olanda e Inghilterra.
Gli Italiani erano stati invitati solo come ospiti d’onore, estromessi dalla gara ufficiale riservata alle pattuglie militari, e non da piloti professionisti. Se gareggiavamo noi, era chiaro sin dall’inizio chi avrebbe vinto la competizione.
La Pattuglia selezionata dal Fougier (Capo missione), era composta da:
Ten. Andrea Zotti (Capo formazione) e dai gregari Ten. Giuseppe Melandri, Ten. Willy Bocola, M.llo Pierino Colombo, Serg. Andrea Citi, Serg. Elio Scarpini, Serg. Silvio De Giorgi, – Serg. Angelo Marasco, Serg. Ettore Wengi, Serg. Mario Sansone, Serg. Giuseppe Magli.
Domenica 24 luglio, sul campo di volo erano presenti oltre 80.000 spettatori.
Leggiamo nel libro “La meravigliosa avventura – storia del volo acrobatico“, scritto da Renato Rocchi, cosa avvenne il giorno dell’esibizione della Pattuglia Acrobatica:

“Il Comandante del 1° Stormo, da buon stratega, trovandosi in apertura del meeting, presentava due pattuglie acrobatiche di cinque velivoli. La prima con capo formazione il Ten. Andrea Zotti, la seconda con il Ten. Giuseppe Melandri. Loopings, tonneaux, volo rovescio, passaggi, ma soprattutto quel sincronismo nell’avvicendarsi sul campo traumatizzava il pubblico, che non aveva più occhi per seguire ora l’una, ora l’altra delle due formazioni. Risultato: il successo dei fuoriclasse.”
È stato uno dei cinque piloti che hanno eseguito per la prima volta la famosissima figura della “bomba”, effettuata per la prima volta in pubblico l’8/6/1930 di fronte a 50.000 persone.
“Il Ten. Ariosto Neri fu scelto come leader della Pattuglia Folle formata da cinque biplani Fiat CR 20. Con quella formazione, l’8 giugno 1930 a Roma, davanti al Re, in occasione della Prima Giornata dell’Ala, Ariosto Neri presentò la manovra di sua invenzione che divenne mitica: la bomba. Neri e gli altri quattro piloti: primo gregario di destra ten. Melandri, secondo di destra serg. Scarpini, primo gregario di sinistra serg. Diamare, secondo di sinistra serg. De Giorgi.”
Leggiamo testualmente cosa a scritto Rocchi di quell’episodio:
“Quindici CR20 del 1° Stormo Caccia arrivano sull’aeroporto del Littorio puntualmente alle 19:25. Dopo l’entrata in formazione di cuneo, eseguivano un looping con trasformazione a freccia e poi su, per un altro looping. La formazione quindi rompeva in tre pattuglie. … Dopo pochi minuti quei quindici demoni erano riusciti a trasformare il cielo del Littorio in una autentica bolgia. Il pubblico non sapeva più dove mettere gli occhi … Intanto, mentre i cinque CR 20 continuavano il carosello con rovesciamenti, loopings, tonneaux e rientri, tre autocarri con rimorchio si portavano al centro del campo. I cinque velivoli in formazione strettissima a cuneo, si buttavano sui mezzi a terra simulando un attacco; … A pochi metri dagli automezzi il capo formazione cabrava ed eseguiva un looping completo, mentre i gregari di destra e di sinistra si sfilavano, effettuavano un rovesciamento di rientro e si buttavano in picchiata puntando e mitragliando i bersagli fino ad incrociarsi con gli altri velivoli della formazione. Questa figura, … prendeva il nome di bomba. … l’acrobazia era la logica conseguenza dell’addestramento quotidiano severo e continuo …“
La breve vita di Giuseppe Melandri si conclude il 9/4/1934, a soli trentadue anni, nel mare circostante l’isola di Lero, in Egeo, durante un semplice volo di prova di un aereo.
Dopo la Sua morte, gli viene intitolata la scuola di Volo a Vela di Rimini.
[Si ringrazia il nipote Luigi Melandri per la preziosa documentazione fotografica.]
Great article