Pubblicato la prima volta il 11 Maggio 2020 @ 17:59
Giuseppe Maioli (Rimini 1899-1972) è stato un «professionista di solida preparazione, attento e sensibile, culturalmente informato e partecipe dei movimenti più aggiornati dell’architettura italiana ed europea. Tuttavia, la sua figura rimane nell’ombra ed egli non emerge mai quale protagonista nelle operazioni compiute durante l’intero arco della sua attività pubblica: nessuna storiografia riminese fa menzione di questo laborioso quanto schivo progettista che, a scorrere l’elenco dei suoi lavori per l’amministrazione e a guardare la mole prodigiosa di disegni, risulta essere tra i principali protagonisti di una fase importante della storia urbana riminese». Le parole di Grazia Gobbi Sica efficacemente tratteggiano l’importanza e la personalità di Giuseppe Maioli, cui sono state dedicate a Rimini tra il dicembre del 2006 e l’aprile de 2007 due rilevanti mostre. Strettamente interrelate nel rivelare la statura del Maioli ed i capitali ed irreversibili mutamenti della città tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento, in un’epoca di sventramenti urbanistici e di fervore architettonico, di selvagge demolizioni e tumultuose riedificazioni, le esposizioni hanno visto coinvolti, trainati dalla passione e dalla competenza delle curatrici Grazia Gobbi Sica e Oriana Maroni e dalla famiglia Maioli, un gruppo di studiosi ed istituzioni cittadine, dalla Biblioteca Gambalunga al Collegio dei Geometri, dalla Fondazione Cassa di Risparmio ai Musei Comunali, che hanno reso possibile la realizzazione delle mostre e dei preziosi cataloghi.
La prima, aperta presso la Galleria dell’Immagine tra il 22 dicembre del 2006 ed il 3 febbraio 2007, ha reso pubbliche le fotografie più significative tra le oltre duemila eseguite dal Maioli nell’arco dell’intera esistenza a partire dall’ adolescenza: immagini di lavoro e personali, scattate ora per documentare le fasi di un progetto nel divenire solida costruzione, ora per fissare l’amore per le persone e le architetture della sua amata Rimini. Appunti privati catturati e resi eterni dall’occhio meccanico della fotografia, che ci parla della sua passione per la campagna ed il Covignano, lui figlio di un fattore di un podere sul colle, nonché per i volti della gente semplice, per gli scorci della città del mare come di quella della storia, per i luoghi che conferiscono identità urbana. Sono vedute saltuariamente punteggiate da uomini al lavoro oppure a piedi o in bicicletta, che documentano edifici destinati a scomparire per lasciare posto a moderne architetture funzionali negli anni Trenta o ad anonimi ed ingombranti caseggiati nel dopoguerra.
La seconda esposizione, visitabile presso il Museo della Città dal 24 febbraio al 29 aprile 2007, ha mostrato numerosi disegni progettuali di Maioli, messi sensibilmente a disposizione dagli otto figli, attenti custodi dell’immenso lavoro grafico del padre e dei suoi taccuini manoscritti, dai cui fogli emerge l’acuta sensibilità del progettista al pari di preziose informazioni per la conoscenza di numerosi ed importanti cantieri riminesi, dai nomi delle ditte coinvolte ai tempi di realizzazione. Prospetti generali ed assonometrici di edifici, piante e sezioni di palazzi, ville ed alberghi, planimetrie urbane, schizzi e studi di arredamento per uffici, negozi e chiese, tracciati con un’abilità manuale oggi inimmaginabile, hanno documentato la prolifica attività del geometra Maioli, la cui statura professionale è paragonabile a quella di un architetto.
La sua operosità esemplare si è infatti orientata in diversi settori, dal disegno urbano alla progettazione edilizia, dall’arredo al restauro, sia nella veste di libero professionista, sia soprattutto in quella di geometra dell’Ufficio tecnico del Comune di Rimini. Assunto a tempo indeterminato nel 1926, dopo un ‘iniziale collaborazione con l’architetto Gaspare Rastelli al restauro dei palazzi comunali, Maioli ha fatto parte della compagine civica fino al 1960, anche come capo ufficio dei lavori pubblici e tecnico per i cimiteri di Rimini. In virtù della capillare conoscenza edilizia, nel 1962 è stato nominato dalla Sovrintendenza ai monumenti della Romagna ispettore onorario per i comuni di Rimini, Riccione, Cattolica, Coriano e Saludecio, svolgendo il significativo incarico fino al 1969. Osservare le centinaia di disegni racchiusi nel corposo catalogo della seconda mostra significa attraversare un cinquantennio cruciale di storia urbana riminese, da quella degli edifici privati, documentata dalla folta serie di progetti di ville e palazzi, a quella di del Parco, affacciate sul piazzale Risorgimento in cui dal 1928 svettava la scenografica fontana dei quattro cavalli. Anche la ‘città dei morti’, ovvero il cimitero monumentale di Rimini, è stato un luogo significativo di progettazione per Giuseppe Maioli che, con fine sensibilità architettonica e seguendo ora il linguaggio modernista ora quello classico, ha ideato nel corso dell’intera attività lavorativa numerose edicole funerarie e cripte. Per la realizzazione marmorea, per i decori plastici e le recinzioni metalliche si è avvaso di valenti artisti ed artigiani, tra cui spiccano i nomi degli scultori Piero Guardigli Bagli, Filogenio Fabbri ed Elio Morri, del marmista Giuseppe Tonini e di Adriano Militi per le opere in ferro battuto. Giuseppe Maioli ha svolto la sua competente attività di progettista anche in altre località; poiché il comune di San Mauro Pascoli era privo negli anni Venti di ufficio competente, egli fu chiamato a redigere il rilevante progetto di restauro di Casa Pascoli, allora dichiarata monumento nazionale. Il Giardino d’Infanzia annesso allo storico edificio ed il ricovero per gli anziani, inaugurati nel 1933, furono parte di un cospicuo programma di edilizia pubblica che comprese la casa littoria, le abitazioni popolari e la caserma dei Carabinieri. Le splendide inferriate che schermano le porte della scuola dell’infanzia, forgiate dall’ artistico martello del Militi seguendo gli schizzi del Maioli, testimoniano ancora oggi, con i graziosi e piccoli nidi accoglienti uccellini cinguettanti, la meticolosa cura progettuale di Maioli anche nei particolari decorativi più reconditi e la perfetta adesione di quanto ideato al contesto che l’accoglie.
Michela Cesarini
Ariminum
N. 4 Luglio/Agosto 2007